Si è ripetuto il 18 aprile 2017, martedì di Pasqua, il tradizionale percorso che i giovani fanno da Sulmona per giungere fino a Pratola Peligna. Erano numerosi, alle 14,30, davanti al Centro pastorale Diocesano, accompagnati da catechisti, religiose e sacerdoti, per camminare con il Vescovo, Angelo Spina, verso il Santuario mariano della Madonna della libera.
Equipaggiati per resistere alla pioggia, che si è poi fatta presente, anche se in misura non preoccupante, pregando e cantando si sono mossi dietro la croce, che apriva il cammino.
Il motto che ha accompagnato il pellegrinaggio è stato “Va’ e fa’ anche tu lo stesso”: un chiaro riferimento al brano del Vangelo che narra l’incontro del “buon samaritano” con l’uomo che era incappato nei ladroni, ed era rimasto mezzo morto. Una fede dunque che si traduce in azione attenta ai bisognosi. E i giovani sono stati aiutati con delle riflessioni, preparate dall’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, su alcune figure di testimoni de tempi recenti: don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana che ha iniziato un modo nuovo di fare scuola. Don Tonino Bello, attento alle implicazioni sociali della fede. Gianna Beretta-Molla, medico e madre di famiglia, che ha sacrificato la sua vita per far vivere un figlio che aveva concepito. Il pachistano Shahbaz Bhatti, cristiano, ministro nel suo paese, ucciso per la sua fede e il suo impegno senza distinzioni verso tutti i suoi connazionali. E poi ancora Don Giuseppe Diana, il sacerdote così attento all’impegno civile e religioso, ucciso dalla malavita.
Qualche chilometro prima dell’arrivo, c’è stato l’incontro con coloro che sono andati incontro ai giovani partendo da Pratola. Insieme il gruppo è giunto davanti al Santuario, in questo tempo chiuso per i lavori di consolidamento della volta. Il Vescovo ha parlato brevemente, mettendo in guardia contro i pericoli cui è esposta la gioventù: droga, alcool, cyber-bullismo.
Nel teatro poi è proseguito il pomeriggio, ascoltando le testimonianze di persone che attualmente praticano la carità fattivamente nei confronti dei bisognosi: un giovane impegnato, con la clown therapy, nelle scuole e negli ospedali, a portare un sorriso. Alcuni giovani, volontari di un’associazione per la assistenza ai malati. Esempi che dicono che è possibile fare del bene nel proprio piccolo.
La giornata è terminata con un momento di festa nell’oratorio della Parrocchia.