Situata nella Conca Peligna, alle pendici del Monte Morrone, Pratola Peligna ha il privilegio e l’onore di venerare la Madonna della Libera. La preziosa immagine, meta di pellegrinaggi da tutto l’Abruzzo, amata anche dai numerosi pratolani residenti all’estero, è segno di misericordia e di speranza per tutti i suoi figli.
LE ORIGINI
Narra la leggenda che un tale, di nome Fortunato, durante la terribile peste del 1500, abbia ritrovato l’immagine della Madonna in una chiesetta fuori paese, abbandonata e diroccata.
Entusiasmato dalla scoperta, si inginocchiò e gridò la sua fede e la sua fiducia: “Madonna, liberaci!”. L’invocazione venne raccolta e ripetuta dai pratolani. La fede si ravvivò. Il paese fu libero e salvo.
L’immagine, caricata su un carro trainato da buoi, tra le acclamazioni di “Evviva la Madonna della Libera”, venne portata a Pratola.
Da quel momento, il grido “Madonna della Libera” ha continuato a risuonare sulle labbra dei pratolani e continua a riecheggiare nelle invocazioni dei numerosi pellegrini che la invocano con fiducia.
L’ANTICA IMMAGINE
È questa l’antica miracolosa immagine che, secondo la tradizione, liberò Pratola dalla terribile pestilenza del 1500. Dopo l’edificazione dell’odierno Santuario, l’affresco è stato posizionato nella sua attuale collocazione.
La Madonna campeggia su tutta la superficie: è in piedi, le mani giunte, lo guardo sereno. Il manto sollevato da due angeli protegge i fedeli inginocchiati e in preghiera, le donne da una parte e gli uomini dall’altra. Tra questi ultimi, è ben visibile un Pontefice, probabilmente Papa Celestino V.
LA STATUA PROCESSIONALE
La statua processionale della Madonna della Libera è la più diffusa e amata, quella che compare nelle manifestazioni relative al culto e ai festeggiamenti in suo onore. Nella devozione popolare è diventata più importante dell’antico affresco.
La statua ha lo sguardo implorante rivolto al cielo e le mani tese nell’invocazione, come se dicesse a Gesù: “Proteggi i tuoi figli”.
Consacrata nel 1741, la tradizione vuole che la statua sia stata donata dai frati Celestini della Badia Morronese.
Iniziato nel 1851, l’interno del Tempio si distingue per sontuosa armonia, nella vastità delle tre navate e nella ricchissima veste barocca.
Per l’abbellimento del Santuario, furono invitati valenti artisti dell’epoca. Basta ricordare il celebre pittore Teofilo Patini e il pratolano Amedeo Tedeschi. Il magnifico tempietto sovrastante l’altare maggiore è opera di Berardino e Giulio Feneziani.
Tutte le opere del Santuario, compreso il grandioso organo di 3200 canne, vennero inaugurate nella solennissima esposizione del sabato 4 maggio 1912, vigilia della festa della Madonna.
È sempre possibile visitare il Santuario previo accordo con il Rettore:
Padri Maristi
Vico Santacroce, 3
67035 Pratola Peligna (AQ)
Tel. 0864.27.31.46 Mail: madonnalibera@virgilio.it