L’Autore, di cui si hanno scarse notizie, si è ispirato ad un dipinto di uguale soggetto realizzato da Giacomo Farelli (Roma 1624 – Napoli 1706) per l’altare maggiore della Chiesa di San Giovanni Evangelista di Sulmona.
È qui raffigurata una delle visioni avute dall’Apostolo Giovanni durante il suo esilio nell’isola di Patmos (Apocalisse 12, 1-4).
La superficie pittorica è suddivisa in due livelli dai protagonisti. Quello terreno, dominato dalla figura paludata dell’Evangelista; quello celeste e quindi del soprannaturale, rappresentato dall’apparizione della “donna”, l’Immacolata Concezione circondata da Angeli, e dal “dragone” dalle sette teste, incarnazione del maligno.
Lo stemma gentilizio, in basso a sinistra, è quello della famiglia Lusi, originaria di Capistrello, che aveva il patronato dell’altare con annessa sepoltura già nella prima Chiesa della Madonna della Libera, dalla quale proviene il dipinto.
Il restauro conservativo, curato dalla Sovrintendenza B.A.A.AS (1997), con il contributo finanziario della Banca di Credito Cooperativo, ha riportato alla luce l’angelo di sinistra, direttamente sopra il dragone.