Celebrato il secondo “Sabato della Misericordia”

Pubblicato giorno 22 febbraio 2016 - Vita della Comunità

“Vestire gli ignudi” e “Alloggiare i pellegrini”: queste le due opere di Misericordia al centro della seconda celebrazione dei “Sabato della Misericordia” che si è svolta il giorno 13 febbraio 2016 al Santuario, con lo scopo di favorire la comprensione e la esperienza del Giubileo della misericordia, dono a ciascuno di noi, in questo anno santo.

I segni preparati nell'assemblea: un albero da "Rivestire" e una sedia vuota per accogliere

I segni preparati nell’assemblea: un albero da “Rivestire” e una sedia vuota per accogliere

Preparato nella preghiera e nello studio della Bibbia e di altre fonti, il tema è stato proposto evidenziando, per quanto riguarda il “vestire gli ignudi”, l’episodio di Noè ubriaco e nudo, come riportato nel libro della Genesi, e l’atteggiamento differente tenuto dai suoi figli che, di fronte alla nudità del padre, reagiscono in modo diametralmente opposto: chi deridendo, chi invece coprendo lo stato di vergogna.

E per illustrare l’invito ad ospitare i pellegrini, si sono scelti altri due brani della scrittura: l’accoglienza offerta da Abramo a Dio, che lo va a visitare nella figura di tre personaggi, promettendogli la nascita del figlio tanto atteso, e l’incontro di Gesù, accolto dai due pellegrini che il giorno di Pasqua stanno andando sconsolati verso il villaggio di Emmaus. Accogliere Gesù che si accompagna a loro come un pellegrino, permette di comprendere che la morte di Cristo era il compimento delle attese antiche, e l’inizio di una nuova vita.

L’équipe che ha preparato la celebrazione (Paola, Anna Paola, Giusi) ha pensato anche ad alcuni segni e gesti da compiere per far partecipare gli intervenuti più profondamente alla celebrazione. Un albero spoglio è stato “rivestito” con degli abiti, offerti da alcune famiglie, che copriranno le nudità reali di bisognosi della parrocchia. Una sedia vuota, al centro dell’assemblea, a ricordarci di lasciare sempre un posto libero nella nostra vita ad accogliere Dio che passa, sotto la figura dei bisognosi.

Una donna di Pratola ha testimoniato l’accoglienza da lei ricevuta, quando, circa venti anni fa, è arrivata nel nostro paese, per lei totalmente sconosciuto, ed ha sperimentato la vicinanza e la sensibilità di tante persone che l’hanno aiutata.

Dopo l’omelia, tenuta da P. Agostino, i fedeli presenti sono stati invitati a scrivere una preghiera di ringraziamento, di supplica, o proposte operative per attualizzare queste opere di misericordia.

Letti i biglietti recanti le preghiere scritte, la celebrazione si è conclusa con la preghiera rivolta al Padre nostro, perché ci faccia misericordiosi come Lui.