Il “Fuoco del Morrone 2015” arriva e sosta a Pratola

Pubblicato giorno 19 agosto 2015 - In home page

 

 

Martedì 18 Agosto 2015 Pratola ha accolti tedofori del “Fuoco del Morrone”, manifestazione giunta alla 36° edizione, e legata alla perdonanza celestiniana, giunta invece alla 721° edizione.

Erano partiti alle 20.00 dalla cattedrale di San Panfilo, a Sulmona. Sfidando il tempo incerto, sono giunti a Pratola verso le 22.00. Attraversando il centro del paese, preceduti e scortati dai mazzieri, sono arrivati fino alla piazza del vecchio Municipio, dove era stata posta la statua del Santo eremita Pietro Angelerio, poi papa Celestino V, e dove era pronta la Lucerna del Cammino del Perdono, che è stata accesa con il fuoco recato dai tedofori.

Erano presenti le Confraternite e i Comitati. Dopo una preghiera, hanno preso la parola il Sindaco di Pratola, un Assessore della Provincia dell’Aquila, e, per evidenziare il significato religioso della manifestazione, p. Quirino Salomone, anima di questa manifestazione, che ricorda il viaggio percorso da Pietro del Morrone per andare all’Aquila, per la consacrazione a Papa, il 29 Agosto 1294.

P. Salomone ha ricordato alcuni tratti della vita di San Pietro Angelerio: la sua cura per coinvolgere anche i laici nel suo movimento. Il connubio tra l’organizzazione monastica e le popolazioni incontrate si configurò come una società in cui l’individuo riacquista fiducia in se stesso e negli altri e si sente sicuro di bene operare e sperare. Le “Fraterne”, iniziate ben presto a partire dal territorio di Pratola, e diffusesi lungo le vie di comunicazione del tempo, realizzarono rapporti tra gli individui basati su onestà, lealtà. solidarietà cristiana, azioni concrete nel campo dell’assistenza ai più deboli.

Fu lo stesso Pietro del Morrone a comporre il regolamento delle “Fraterne”:

• Fare delle elemosine.

• Recitare un certo numero di Pater Noster per i vivi e per i defunti.

• Astenersi dal peccato grave.

• Mantenere il mutuo affetto.

• Visitarsi vicendevolmente nella infermità.

• Somministrare il necessario ai fratelli più bisognosi, dotare le fanciulle povere, prendere le difese delle vedove e degli oppressi.

• Compiere, secondo le possibilità, le opere di misericordia.

Grande dono che si deve al Santo, appena eletto Papa, fu il primo “Giubileo”, noto come “Perdonanza”. Non si trattò solo della remissione dei peccati ma di una vera e propria riconciliazione sociale. Infatti ordinò ed ottenne la rappacificazione delle fazioni cittadine e ingiunse allo stesso re Carlo II D’Angiò di perdonare gli Aquilani ribelli. Nell’attuale contesto morale, in cui l’uomo è più incline a considerarsi vittima che colpevole, la Perdonanza è da intendere come una proposta di riconciliazione con Dio e con i fratelli, con il creato, una spinta educativa delle coscienze alla capacità non solo di offrire ma anche di chiedere perdono.

Momento importante è stato quello della firma di una pergamena, da parte dell’autorità religiosa e civile, da consegnare ai Vescovi e ai Responsabili civili dei paesi interessati dal passaggio del “Fuoco del Morrone”.

La manifestazione è continuata, offrendo ai tedofori e agli altri intervenuti la possibilità di gustare un saporito assaggio delle bontà locali, amorosamente preparate a cura dell’Arciconfraternita della Santissima Trinità.

Il cammino dei tedofori è poi proseguito il giorno seguente, passando per Raiano, Goriano Sicoli, Castel di Ieri e Castelvecchio Subequo.