La celebrazione eucaristica di lunedì 9 maggio 2016 ha avuto, nel santuario di Pratola, un carattere familiare e commosso. Un’assemblea composta nella quasi totalità di pratolani, ha salutato la “propria” Madonna con mestizia, come si saluterebbe una persona che per un tempo si sa di non poter vedere. E gli occhi di molti erano colmi di lacrime quando, al termine della eucarestia, presieduta da Padre Renato, la statua, dopo un ultimo passaggio lungo la navata principale del Santuario, è stata riposta nella sua abituale nicchia, in attesa delle celebrazioni dell’anno venturo.
La consapevolezza di poterla sempre pregare, di poterla andare a trovare, di poter stare in silenzioso colloquio con lei, non è stata sufficiente a impedire la manifestazione dei sentimenti profondi che legano indissolubilmente Pratola alla “sua” Madonna della Libera.
L’auspicio, per il resto dell’anno, è che le manifestazioni di attaccamento che si sono viste in queste settimane della festa, possano lasciare il posto a una fede che sappia coniugare vangelo e vita, nella gioiosa esperienza della Misericordia divina, sull’esempio di Maria, Madre di Misericordia.